una chitarra da 100 dollari e un chitarrista da due lire, ma questa è musica, in controluce, fuorifuoco
I sacchi di parole che inondano di odore la città
Pistole col silenziatore farfalle con le ali di titanio
Che volavo e poi stanno intrappolate dentro al cranio
e cercano di uscire per posarsi su un fiore
Numeri numeri tutte questi numeri
Mosche che diventano aeroplani supersonici
Sotto ai cavalcavia delle statali
Nelle terrazze in cima ai grattacieli
tutti i precursori che nel giro di una notte si trasformano in anacronisti
ogni pezzo di fotografia la mappa del tesoro mangiata dai pesci
tutta la tecnologia che c’è per renderci più liberi nel caos totale
sapendo che non basterà non basterà se non me lo faccio bastare
e poi c’è questa cosa che mi carica. Si chiama MUSICA.
e pou c’è questa cosa che mi carica e viene dall’Africa, si chiama MUSICA
tutto quello che non saprò mai
e che mi gira intorno
mi tiene vivo
tutto questo eterno movimento
che noi ci siamo dentro
la gioia e lo spavento
tutte le parole fuori tempo
le strade senza scampo
le orecchie che non vogliono sentire
tutte le ragioni che non ho
tutti gli orizzonti che non ho toccato mai
e poi c’è questa cosa che mi carica. Si chiama MUSICA.
e pou c’è questa cosa che mi carica e viene dall’Africa, si chiama MUSICA
tutte le città dove non sei
tutti i fatti che sono miei ma mi interessano lo stesso
tutte le parole che significano cose nelle lingue che non ho parlato mai
tutte le mattine che mi sveglio con quell’odore addosso
di incubi di un mondo che non gira
tutte le periferie in rivolta in cerca di una svolta profumi che si mischiano nell’aria
poi c’è questa cosa che mi carica. Si chiama MUSICA.
e poi c’è questa cosa che mi carica e viene dall’Africa, si chiama MUSICA
tutte le ragazze alla pari i luoghi immaginari
dove si sogna di ricominciare
l’odore della pista dei locali seminterrati
dove nel buio ci siamo illuminati
i tradimenti le giustificazioni
migliaia di migliaia di migliaia di opinioni
tutti le preghiere della gente
tutte le pallottole sparate ad un bersaglio trasparente
e poi c’è questa cosa che mi carica. Si chiama MUSICA.
e pou c’è questa cosa che mi carica e viene dall’Africa, si chiama MUSICA
Tutti gli algoritmi che mi contano
guidano portano indicano cose da comprare
Ogni informazione condivisa che come una divisa
ti rassicura e ti fa rassicurare
Tutte le mattine che mia madre si era svegliata all’alba per prepararci la colazione
tutti gli ingranaggi che trasfomano il vuoto di un assenza nel palco della mia esibizione
Tutte le distanze immense nel mondo e nelle stanze
gli specchi che riflettono le assenze
le circostanze che obbligano a dire da che parte sto, da che parte stai
Tutto il ghiaccio sciolto nei bicchieri, le nuvole di ieri
la neve dell’inverno scorso
il miracolo che arriverà
l’oceano attraversato nuotando a dorso
la fame, il disgusto, il lusso della scelta
il mondo che rimane una questione aperta
la lotta per restare umani con qualche imprevedibile regalo tra le mani
e poi c’è questa cosa che mi carica. Si chiama MUSICA.
e pou c’è questo cosa che mi carica e viene dall’Africa, si chiama MUSICA